Covid – Spotted Togliatti http://www.spottedtogliatti.org Trasudiamo disagio Thu, 14 Dec 2023 10:33:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 http://www.spottedtogliatti.org/wp-content/uploads/2016/11/cropped-cropped-cropped-Logo-bianco-32x32.jpg Covid – Spotted Togliatti http://www.spottedtogliatti.org 32 32 120486447 Sofia su Via Nettunense per scacciare la noia http://www.spottedtogliatti.org/2020/11/06/sofia-via-nettunense-scacciare-la-noia/ Fri, 06 Nov 2020 09:13:16 +0000 http://www.spottedtogliatti.org/?p=2181 “Ho un grosso problema con la noia. E pure andare a zoccole sto periodo è un appagamento parziale, incompleto, anche questa meravigliosa pratica ha perso quel senso di libertà intrinseca che aveva. Perché alla fine, vuoi o non vuoi, sto cazzo di virus maledetto ci è entrato dentro l’anima anche se non c’è scritto “Positivo” … Continua a leggere Sofia su Via Nettunense per scacciare la noia

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“Ho un grosso problema con la noia.
E pure andare a zoccole sto periodo è un appagamento parziale, incompleto, anche questa meravigliosa pratica ha perso quel senso di libertà intrinseca che aveva. Perché alla fine, vuoi o non vuoi, sto cazzo di virus maledetto ci è entrato dentro l’anima anche se non c’è scritto “Positivo” sull’esito del tampone.
Hai paura di guardare, di parlare, pure di incrociare gli occhi con la gente per strada, figuramose de annasse a scopà una che, de base, pe campà vive de contatti fisici promiscui.
E sia chiaro, non vojo fa pensà che er concetto “pe fortuna che nun me frega n’cazzo daa vita” sia stato da me rinnegato; è quel senso de colpa che te sale quanno, pe qualunque motivo, magari c’hai n’po’ de spossatezza, un mal de testa, o un colpo de tosse malandrino, e pensi “oddio je lo potrei attaccà a qualcuno”.
La cosa che più me dà fastidio è il fatto che, se fra 3-4 anni scopriremo che alla fin fine sto virus era un qualcosa de inevitabile (tipo la Sars der 2004 te la ricordi?) solo che j’hanno dato un’importanza mediatica troppo gonfiata rispetto a quello che materialmente se poteva e doveva fa, sapremo de avè perso un sacco de tempo e de esse stati ostaggi de n’sistema che te rigira come je pare a lui, come disse Licio Gelli, le guerre se combatteranno in televisione… o ‘na cosa del genere.
Porcoddio paro n’complottista a rileggeme, mortacci mia.
E poi, parlamose chiaro, nun te sto a dì n’cazzo de novo.

Rigirà la Nettunense è stata comunque n’emozione, pure se è bella spojia sti giorni, e pure na cifra caotica; ce stanno i trans dove nun ce dovrebbero sta, un par de vecchie che hanno già chiesto tanto (pure troppo) ai loro corpi, una co’ 3 culi…
Sofia è stata ‘na discreta esperienza, ma non riesco a capì se è lei che non m’ha fatto breccia ner core pe’ qualche motivo, o semplicemente tutta sta cazzo de situazione m’ha sconvolto un po’ troppo. L’ho vista subito, era l’unica caruccetta che ballava su un tacco astronomico, un par de giri e de inversioni pe’ avecce er tempo della contrattazione senza scherzi.
“30 macchina, 50 a casa”
“no, casa no, mica so’ n’codardo, però 30 è troppo”
“venti?”
“e sali va'”
Volume 2Forse n’ce credeva manco lei che qualcuno la faceva lavorà, se percepisce fino in fondo la desolazione del momento pure dalla loro tristezza.
“Come va?”
“Eh come va, male va…”
“Ma voi come fate sto periodo!”
“Eh vabè io lavoro pure co internet”
Mah, nun è che sembrasse convinta. Per il resto Sofia fa er suo. Se fa tocca culo e zinne pure si c’ho le mani fredde, me dà er tempo de riprende le misure pe’ nun sborà senza manco avè scopato, smorzacandela sereno e gustoso, nun scappa subito e me lascia n’ber ricordo.

Però alla fine, quer silenzio post scopata raccojie l’emblema de sto periodo demmerda che c’ha levato pure l’unica cosa giusta in questo mondo sbajiato, la serenità che, nella peggiore delle ipotesi, te sarebbe arivata a casa ‘na multa da 2-300 euro da pagà pe’ atti osceni in luogo pubblico.
E invece mo’, tocca avecce pure altre paure.

Bello Spò, so tornato pe’ strada, intanto accontentate de questo; se me passa sta melanzana ficcata de traverso n’gola, se riaggiornamio presto.
Tristemente tuo, da Via Nettunense.”

Nettunensatece

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Er Metallaro tra donne, Covid e chiusure http://www.spottedtogliatti.org/2020/10/26/er-metallaro-donne-covid-chiusure/ Mon, 26 Oct 2020 07:38:28 +0000 http://www.spottedtogliatti.org/?p=2177 “Erano svariati mesi che non ci ricapitavo, molte lunghe settimane erano trascorse dal mio ultimo abbraccio con l’amore mercenario e quella che io chiamo “professionalità al servizio dell’eiaculazione”. C’erano stati tanti impicci di mezzo, iniziando dal fatto che mi stavo quasi per fidanzare con una mezza matta, psicopatica ma adorabile, conscia che mi dividevo tra … Continua a leggere Er Metallaro tra donne, Covid e chiusure

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“Erano svariati mesi che non ci ricapitavo, molte lunghe settimane erano trascorse dal mio ultimo abbraccio con l’amore mercenario e quella che io chiamo “professionalità al servizio dell’eiaculazione”. C’erano stati tanti impicci di mezzo, iniziando dal fatto che mi stavo quasi per fidanzare con una mezza matta, psicopatica ma adorabile, conscia che mi dividevo tra altre due amiche di letto ma comunque possessiva e tendente all’esclusiva. Non mi sono sentito pronto per un salto così profondo, così capitò che non solo persi le sue grazie, ma anche le altre due saputa la situazione si erano prontamente ritirate a mo’ di vendetta, lasciandomi sostanzialmente a bocca asciutta.
Una tripla scaricata che non ci voleva proprio, le donne quando vogliono sanno coalizzarsi e punirti come si deve.
Tra l’altro al lavoro è un periodo affannoso e impegnativo, soldi ne stanno entrando ma non c’è un attimo libero. Mi firmo come “metallaro” perché lavoro proprio il metallo per conto mio. Per fortuna ho capito subito che mettendomi sempre i guanti e non rovinandomi le mani le donne mi avrebbero guardato con un altro occhio. Da operaio ad artigiano ci passa un mondo in mezzo, e con un po’ di cultura che non ho mai trascurato di coltivare riesco a barcamenarmi bene anche in ambienti altrimenti preclusi a quelli come me.
Fatto sta che la situazione tendeva al tragico. Senza amiche e amichette e con turni in officina lunghissimi l’unica cosa che mi ricordava la fica era il calendario, di quelli che non manca mai in un’officina. Che si fa?
Sabato scorso terminato di saldare la struttura di un letto, dopo aver fatto la doccia e mangiato tristemente dal kebbabbaro, pensavo che alle undici di sera sarebbe stato perfetto chiudere almeno la giornata con una pelle. Mi ero ri-reso presentabile ma per appuntamenti vari con amici ormai era tardi. Non solo, si parlava insistentemente di coprifuoco serale e allora sì che sarebbero stati guai seri. Così, dopo una manciata di chilometri trascorsi distrattamente a sentire per radio due che litigavano sul Covid, arrivo sulla Togliatti lato Casilina. Macchine poche rispetto ad anni fa, forse la paura di un contagio ha fermato i mignottari, a parte ovviamente i fuoriclasse e quelli super arrapati come me che da dieci giorni non alzavano una paglia.
Giro di boa e stavolta punto alla solidità e alla sicurezza, andando da quelle che stazionano prima dell’arco, di solito sono le più bone o perlomeno le più appariscenti. Di guardie manco l’ombra (perché, se siete nuovi del genere, il primo giro serve proprio a quello scopo), neanche contratto e mi scelgo una mega cavalla vestita come in un film porno, con un fisico veramente da zoccola a 30 euro chiavi in mano. Fa fresco, pure troppo per i miei gusti, e mi dice che inspiegabilmente sono il primo della serata.
Con un italiano appena comprensibile conferma che la storia del Covid sta mandando in crisi un intero settore, i clienti sono pochi, le guardie tante ma stranamente stasera non ne girano. Insomma è preoccupata e consapevole che cassa integrazione e contributi per loro non ce ne saranno. Al limite un calcio in culo e via a casa.
Volume 2Facciamo quello che dobbiamo fare, la stanchezza nel caso mio si fa sentire ma è una bella fica che sa il fatto suo e fa piacere averla tra le mani, poi mentre la riaccompagno con molta discrezione mi fa una proposta. Abita non lontanissimo da casa mia, neanche dieci minuti in macchina, mi lascia il numero di telefono dicendomi che in caso di chiusura posso passare a casa sua, basterà farglielo sapere con un po’ di anticipo. Prezzo? Tutto sommato di favore, e comunque non sono affari vostri…
Come è andata a finire? Una delle due sovversive è tornata a farsi sentire e forse per il weekend si riottiene qualcosa, chiaramente negli orari previsti, l’altra ci sta pensando ma quel numero lo conservo gelosamente. Ho già programmato una visita per la settimana che entrerà, e visto che per motivi di lavoro posso anche andare oltre l’orario consentito basterà dimostrare che andavo o tornavo da lì. Pertanto esco con la tuta, le scarpe antinfortunistica e non mi metterò i guanti durante il giorno, a casa sua gli imbocco direttamente così. Una cosa tipo il fumetto “Il Montatore”, quelli che zio teneva nascosti dietro l’enciclopedia a casa di nonna. Perché pure all’epoca s’ammazzavano de pippe. Anzi, mi sa proprio che era pure peggio.”

Antinfortunisticatece:

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La prostituzione ai tempi del Covid-19 http://www.spottedtogliatti.org/2020/09/14/la-prostituzione-ai-tempi-del-covid-19/ Mon, 14 Sep 2020 07:56:23 +0000 http://www.spottedtogliatti.org/?p=2161 “Improvvisamente eravamo tutti stati catapultati nel contatto con se stessi e la propria ristretta cerchia familiare o addirittura nella cruda solitudine. Tutti si capiva quali fossero le cose davvero importanti nella vita. Era aprile. Le cose “essenziali” a detta di Peppino Conte, quelle che erano autorizzate ad andare avanti nonostante la pandemia, riguardavano cibo medicinali … Continua a leggere La prostituzione ai tempi del Covid-19

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“Improvvisamente eravamo tutti stati catapultati nel contatto con se stessi e la propria ristretta cerchia familiare o addirittura nella cruda solitudine.
Tutti si capiva quali fossero le cose davvero importanti nella vita.
Era aprile.
Le cose “essenziali” a detta di Peppino Conte, quelle che erano autorizzate ad andare avanti nonostante la pandemia, riguardavano cibo medicinali e pochissimo altro.
Credo da sempre che i bisogni primari di un essere umano siano 4: nutrirsi, dormire, fare branco e ultimo ma non ultimo, ovviamente: SBORRARE.
Del resto pure se l’abbiamo declinata in modo surrogato e controverso la spinta ad accoppiarsi per riprodursi (ma anche no) è quanto di più vitale e impellente tra le cose che madre natura ci trasmette.
Da questo a trasformarlo in: medicina, panacea, hobby, ossessione dipendenza o malattia il passo è davvero breve.
Il sesso è una forte catapulta carica, e la direzione verso la quale spara è data dalla personalità di ognuno.
Fa parte di quelle cose che inevitabilmente fai, sia da solo che in compagnia, ma la modalità e frequenza col quale la si vive cambiano, dando vita a risultati diversi e volendo anche diametralmente opposti; per estremi ad esempio: il mostro di Rostov / Rodolfo Valentino.
Cosi come mangiare in un estremo o nell’altro può dar vita a Bob Paris (googlate…) o a YouTubo anch’io.
Famola breve: sborrare non è solo importante, è inevitabile o meglio… imprescindibile.
La natura mia non è quella di stare appeso a un desiderio per troppo tempo e cosi una bella mattina mi sveglio e mi dico: “oggi se scopa”
Andando contro i miei principi spirituali prendo in mano il pc e mi collego su bakecaincontri.
Cercavo una di quelle rumene al sabor de aglio e goulash un po’ zozzette, olivastre, mezze cecene o curde, roba de rifugiati de guerra, na cosa da pagar poco, e possibilmente vicino casa al fine di ridurre il più possibile la probabilità di farsi bibbitare dalle guardie.
La mia esperienza e il sesto senso me dicevano che avrei trovato qualcuna de quelle stradali da venti euri rintanata a lavorare a casa in qualche posto surreale.
Cosi era in effetti.
Quando aprii la pagina dell’annuncio di Alina (che non aveva nel testo una doppia manco a pagarla) un aroma intenso di aglio e camel light si spanse dagli altoparlanti del pc.
Corcolle.
Nemmeno lontanissimo dai, si può fare.
Dopo aver verificato la disponibilità della mercanzia tramite whatsapp parto convinto che non mi avrebbe fermato mai nessuno, e che se lo avessero fatto di certo avrebbero capito la situazione.
Si perché io avrei detto la verità nuda e cruda.
Avrei mostrato le mie palle come prova evidente di una situazione sanitaria emergenziale.
Non mi ferma nessuno e arrivo in questa strada sterrata dove il civico che cercavo io era… tutta la via.
Tutta la via è il 153 di via polense, con lettere dalla A alla Z, e va a capire dove sta la signorina Alina.
Le scrivo per avere informazioni aggiuntive e mi dice “ma tesoro e ovio no, dove ciè la Opel astra station wagon targata Romania te fermi e soni a citofono”
Divertito dalla caccia al tesoro transilvano percorro sto safari della monnezza tra lavatrici rotte, macchine del gas arrugginite, frigoriferi senza motore abbandonati pe strada e conditi de calcinacci.
Il mio habitat naturale insomma.
Ormai la temperatura del mio rumenometro interno era alle stelle.
Trovo questo bidone targato Bucarest e dopo aver parcheggiato suono al citofono di una palazzina senza intonaco dal quale proveniva la classica fragranza della Romania: aglio, cipolla, peperoni, e carne di maiale in scatola.
Arriva qualcuno e apre il cancello a scorrimento.
All’inizio pensavo fosse automatico invece era un nanerottolo sui 7/8 anni con la maglietta del Brasile falsa di Romario.
Il viale dello stabile era un quadro: bambini sporchi che giocavano a pallone tutti contro tutti con maglie da calcio posticce e false degli anni 90 tipo Zidane Baggio Litmanen, assurdo.
Ancora oggi mi chiedo “ma… ndo cazzo le avranno prese?”
A fine viale c’era un rumeno panzutissimo in canottiera intento a bestemmiare appassionatamente per cambiare i dischi freno di un Opel omega.
L’aveva sollevata di lato con un trespallet da supermercato, che poesia.
Volume 2In questo idilliaco dipinto iperrealista compare finalmente Alina: una ragazzetta skinny olivastra dalle lunghe leve e l’occhio verde smeraldo triste e furbo di chi ha visto troppe cose in una vita troppo corta.
Io un po’ imbarazzato perché penso che tutti sappiano cosa stia andando a fare ma fa niente, e in realtà non me se fila nessuno, e probabilmente è proprio perché sanno che non desto curiosità.
Er monolocale al piano terra de Alina rasenta il limite del disordine che da fastidio, ma è pulito, o almeno cosi pare.
Prestazione senza infamia e senza lode, che non vale la pena essere più approfonditamente descritta.
Lode che invece merita senz’altro ciò che passava la sua tv Mivar a tubo catodico: una specie di Mtv balcanica che mandava in onda una banda di serbi armati di trombe e sax abbigliati a tute Adidas e mocassini… fenomenale.
Un’ atmosfera cosi gipsy che in confronto Casilino 900 sembra er Coppedè.
Compiuta la liberazione dal liquido seminale me ne vado salutando Alina già convinto che sarebbe stata la prima e l’ultima volta (50€ ma che davero oh)
Torno a casa pensando tutto tronfio che mentre non se poteva andà manco al parco io so andato a meegnotte.
Quanto sono trasgry.
E pure sta medaglia al valore del degrado l’ho conquistata sul campo.
Negli anni non me so messo paura delle nigeriane a Castel di guido né delle rumene a pelle a muratela.
Tantomeno dei soldi arrotolati condivisi in ventordici ai rave ndo se pippava sul marmo dei marciapiedi, per terra.
Me so scambiato i bicchieri coi trans ar frutta e verdura.
Te pare che na polmonite possa ferma’ il Ducato cassonato blanco?
So passati mesi e va tutto bene,
Mai dimenticherò el sabor mari e monti della sora Alina e dell’infrazione per giusta causa.

Er Furgonaro”

Romariatece:

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