Er Satana e l’orgia de Perugia

“Ciao Spò il redivivo Satana te saluta con tanta mestizia nel cuore (anche nel cazzo devo dire)!
‘nsomma è stata proprio una estate der cazzo tra pochi sordi, poca sorca, poche ferie e tante ma tante bestemmie.
Verso metà agosto dopo che era un mesetto bono che annavo avanti a pippe ho deciso che volevo svotamme per bene le palle. Continua a leggere Er Satana e l’orgia de Perugia

Alexandra su Via Nettunense e la strada sterrata

“Te so’ debitore della storiella promessa con Alexandra e siccome nun vojo buffi oltre quelli che già c’ho, famo che te la racconto.
Me ritrovavo sul solito tratto de Via Nettunense, stranamente ad un orario anticipato… Credo fossero tipo le 23. In zona quello è un ottimo orario per farsi la ronda, c’è un po’ tutto il vasto assortimento, devi solo beccare il momento giusto e puoi andare sicuro che ti scopi ciò che preferisci. Continua a leggere Alexandra su Via Nettunense e la strada sterrata

Di nuovo da Natalia su Via Nettunense

“Bentrovato Spò, un cordiale saluto da Via Nettunense e dal tuo mignottaro seriale e serale pontino, con in mano er solito ventino.
E’ da un po’ che nun te scrivo e c’ho qualche arretrato di cui informarti.
A naso, in questi 20 giorni, credo di aver chiuso definitivamente il cerchio delle mignotte del tratto Padiglione-Villa Claudia: tutte quelle disposte al bocca-fica a 20€ direi che le ho scopate; resta fuori sempre la bruttona coll’occhiali al Macdonalds, ma in compenso oggi so’ che lavora fino alle 5 (quando tutte le altre alle 2 già se so’ date), quindi prima o poi me farò coraggio e premierò la sua abnegazione. Continua a leggere Di nuovo da Natalia su Via Nettunense

Er Sentimentale e il senso d’appartenenza

“Ciao spo, so Er Sentimentale.
Na volta frequentavo un maestro da cui prendevo lezioni de disegno e de fumetto.
Questo è fissato per il Giappone.
Se Je imbocchi in casa ed in giardino rosighi, perché pare che stai sul set da scena finale de kill bill, e qua sorca de Lucy Liu non ce sta.
Na volta ce spiego che occidentali e giapponesi hanno na mentalità molto diversa. Continua a leggere Er Sentimentale e il senso d’appartenenza

Roxana alla TotalErg: simpatia e disponibilità sulla Nettunense

“Era ‘na serata strana, de quelle che pensi che tornerai a casa mestamente e co’ le pive ner sacco, tipo rotta x casa di Dio degli 883. La Nettunense appariva quasi vuota, pure l’antipaticona della TotalErg de Campo de Carne, che de solito è onnipresente che manco Acerbi cor Sassuolo, oggi marcava visita. C’era Corina, le due dello spartitraffico, qualche negretta cor perizoma abbassato, prelevate direttamente dall’Amref pe’ quant’erano magre, e la bruttona der Macdonald. Continua a leggere Roxana alla TotalErg: simpatia e disponibilità sulla Nettunense

Tra i ricordi della prof. d’inglese e la Nettunense

“Era da tempo che per un motivo o per un altro facevo sempre liscio con una russa con gli occhiali che si trova sulla Nettunense, da Anzio per andare verso Lavinio, di fronte giusto al McDonald. Vuoi perché con cadenza regolare riesco a insifonare gratis con trombamiche di discreta fattura, vuoi per mancanza di tempo, vuoi anche perché una volta che mi ero deciso con la coda dell’occhio vidi una madama avvicinarsi dalla Nettunense e me la sono data sgommando verso la stradina interna. Continua a leggere Tra i ricordi della prof. d’inglese e la Nettunense

I sogni ad occhi aperti del Furgonaro: il sindaco giusto per questa città

“Buonasera e buon calcio, come diceva qualche telecronista friulano e alcolista dei tempi che furono.
I tempi in cui nella pausa pranzo dall’officina andavo con il mio piaggio centro a farmi fare i primi pompini nigeriani sulla prenestina nuova.
La vita era leggera, guadagnavo er giusto pe potemme permette le poche cose che necessitavo: sorca rancida, canne de puzzone e birre der todis. Continua a leggere I sogni ad occhi aperti del Furgonaro: il sindaco giusto per questa città

Manuela di Santa Palomba nè bella nè balla

“Santa Palomba è un luogo mistico, credo sia la panacea de ciascun mignottaro che si rispetti perché, fondamentalmente, se vuoi sborà puoi farlo, a qualunque ora e a qualunque prezzo.
Torno da una festa a Roma Sud, io che so’ Nettunense addicted lo so che passate le 3.00 si rischia di trovarci il vuoto cosmico; così intuisco da solo che per svuotare è bene che a casa ci torno passando per l’Ardeatina.
Arrivo così a Santa, e subito mi pervade quel pizzico d’emozione, come quanno entri al Bernabeu o al Camp Nou, tu lo sai che comunque vada sei nell’elite der mignottaro, a prescindere dalla partita che ti troverai a giocare. E infatti, nonostante l’orario, nonostante le guardie e le loro luci blu al parcheggio dei campi sportivi (solidarietà al povero mignottaro parato), qualcosa c’è; niente di esaltante, sia chiaro, ma questo posto è una garanzia, come er Carrefour H24 quanno alle 2 de notte c’hai vojia de magnà un melone; poi magari te magnerai un melone che sa de mosto e piedi rancidi, però er melone l’hai trovato.
Mi dirigo da una mora che un caro amico mi aveva segnalato perché verso quell’ora se dice che vuole farsi riaccompagnare a casa, peraltro proprio sulla Nettunense… Mi tengo sul vago, chiedo “quanto?”, aspetto sia lei a fare il primo passo ma la tattica è come un tiro alle stelle commentato da Piccinini: non va!
Così faccio da rotonda a rotonda su e giù alla ricerca dell’ispirazione giusta, ma nulla mi convince appieno. Rifacendo l’ennesimo giro di nuovo al rondò di Valle Caia, vedo che un SUV lascia una moretta; non je dò manco er tempo de riprende la postazione e me avvicino. Faccia da zingarella de Castel Romano, esile, piccoletta, sporca. La trattativa non va in porto. Riparto e tra me e me me dico, questa è l’ultima ronda (anche se l’avevo già detto 3 ronde prima, in effetti).
Poi però, me s’accenne er sesto senso der mignottaro. Stavolta faccio inversione all’Autogrill e torno subito indietro. E così la zingarella la trovo al centro della rotonda che con ampi cenni si vuol far riaccompagnare a casa: “è stato cantato Bingo”. O almeno così sembrava.
La trattativa, in macchina, è più serrata di quanto credessi: “no, guarda che la stazione di Pavona è qui vicino, il passaggio costa due euro, no, 10 euro non ho mai fatto”, quindi per 15 euro me pijo sto all you can eat, comunque piuttosto economico per il luogo. Ma qui er luogo mistico diventa nuovamente infausto. Manuela è simpatica, ma nè bella nè balla per i miei standard. Il pompino alla fragola è piacevole, tra l’altro con la variabile della linguetta a pennellessa, che nelle professioniste è una rarità. Ma all’atto de ficcà, se me fossi scopato er sedile sarebbe stato più o meno uguale. Le tette no, nun se toccano, che me fanno male; stava già pe’ scansamme quando m’ha detto “sei venuto?” e così j’ho detto “quasi”, almeno m’ha fatto finì in pace.
Questo purtroppo è il mio racconto di Santa Palomba, che per la seconda volta si dimostra un Paese dei Balocchi, bello all’apparenza ma pieno, troppo pieno di insidie; di una stazione di Pavona che non è poi così vicina come sembrava, di una scopata brutta come inserire ‘na monetina dentro alle slot machine senza tirà fuori neanche l’euro messo.
Un giorno tornerò, Santa Palomba; verserò l’obolo alla fidanzata occasionale auspicando che stavolta ci sarà quel sentimento e quell’abnegazione per me preziosa e fondamentale. Ma ora no. Ho un compito da portare a termine. La Nettunense è ancora lunga, tante ragazze aspettano il mio giudizio finale, per scalare la classifica della migliore zoccola del litorale pontino.
Damme due mesi Spò. Due mesi e me le so’ scopate tutte: pijala come na promessa. Che poi se sa, ‘na promessa de n’mignottaro vale come la frasetta che se dimo sempre nel silenzio delle nostre automobili quanno famo inversione: “stavolta è l’ultimo giro, poi torno a casa”.”

Er Tipo d’appartamento, la gelosia e i dubbi razziali

“Bella Spò,
so’ er tipo d’appartamento e, come sai, a forza de andà pe case, me so’ messo male coi soldi, quindi se voglio liberarmi con una sana scopata, so dovuto tornà pe strada. Ora, pe me la strada è Santa Palomba, perché non vai mai deluso: non lo devo spiegà a voi.
Stasera era uno di quei giorni che fanno schifo e l’unica cosa che m’é venuta in mente pe’ non finì male era ‘na bocca da Nicole. Nicole l’ho incontrata qualche tempo fa, lungo l’ardeatina: bona è bona, rumena è rumena, se fa toccà le tette, se fa mette le mani ovunque e poi è proprio brava de bocca. Poi sto nome, Nicole, me fa salì un Pacciani che non ti dico: il motivo c’è, ma è indicibile. Dopo un paio de giri a vuoto, stasera sembrava non esserci, tant’è che me ne stavo andando: ma non volevo finì male la giornata. Aritento l’ultima volta: c’era! L’unica cosa è che ormai è già la quarta quinta volta che ce vado e tutte le volte pare de recità un copione: come ti chiami, di dove sei, che lavoro fai… le chiedo sempre “dove andiamo?”, ma la strada la so già… ma sta pantomima quando finisce?
Ad ogni modo, anche stasera fantastica, quasi come stare co la pischella tua. Poi ripartiamo e, come sempre, mi fa: “Attento a fare inversione che dietro il marciapiede è alto” e io “ma io dovrei avere i sensori che suonano”. Me sembra de sta a recità. Ma stavolta che aggiunge? “Eh, ma tanti sono andati a sbattere”. Tanti chi? Cazzovordì tanti? Me so ingelosito della mignotta mia: cioè lo so che sei na mignotta, ma che mica io te sto a raccontà de tutte le altre mignotte che me so scopato? Non si fa così. Ho rosicato e me ne sono andato leggermente incazzato.
Mentre andavo via passo davanti a ‘na negra: mo, davanti a sta negra c’ero passato già prima e diverse volte, durante i giri a vuoto. A sta botta passo e me fa: “Ma perché da me non ti fermi mai?” E io: “Perché sei negra”. Ma che so stato razzista?”