“Caro Spo’,
sono tempi difficili per tutti, sia per i clienti che per noi lavoratrici dell’Amore.
Ti scrivo da casa, in Romania, perché stare a Roma per ora non è conveniente e non ci sono occasioni per esercitare la mia amata professione come prima di questa brutta situazione.
Vorrei raccontarti un episodio accaduto l’anno scorso, quando ancora si poteva lavorare per bene.
Come alcuni dei tuoi lettori sapranno, preferisco esercitare in casa o durante eventi particolari quali feste aziendali, festività e situazioni organizzate dal mio caro Maestru, un uomo dalla fredda Russia ma con un grande cuore che non fa mancare nulla a noi ragazze ed ai nostri ospiti.
Il Maestru sa insegnare a tutte come vivere serenamente questa professione, preparando sempre serate all’insegna del sesso spinto ma con un occhio al goliardico, perché è importante anche divertirsi e mandare a casa i clienti vuoti negli attributi ma pieni nell’animo, fidelizzandoli per le successive occasioni.
Uno dei suoi clienti più affezionati lo chiameremo Nerkiamsk.
È costui un pallido industriale che lavora tra Svezia ed Italia, dotato di una bella stazza nel fisico e dell’equivalente di una gamba di ricambio di un tavolo Ikea tra le gambe, da qui il nomignolo.
I primi tempi richiedeva ragazze random, così da poterle conoscere tutte e scegliere la preferita, ma solo poche di loro si sono rivelate in grado di gestire la sua artiglieria così, quando è toccata a me, mi sono trovata ad armarmi di olio di gomito per poter superare l’impresa.
Eccolo arrivare nel mio appartamento sulle colline, è una sera d’autunno, una di quelle sere in cui si può sentire ancora il vento caldo portare il profumo del mare ed il sole tramonta pigramente concedendo luce fino a tardi.
Nerkiamsk si presenta con ancora addosso il rigido completo indossato al meeting, così gli preparo un bel bagno caldo per rilassarsi e rigenerarsi, con candele e sottofondo della sua musica preferita: la sinfonia n. 3 di Brahms. (Non tutti riescono ad approcciarsi in modo disinvolto ed è importantissimo saper mettere a proprio agio un cliente.)
Gli chiedo se gradisce del vino e, mentre si mette a mollo, vado in cucina e sfilo rapidamente la vestaglia di seta viola, restando con addosso solo una sottoveste di pizzo aperta sul seno florido (un’altra sua passione) ed un paio di scarpe di vernice nera con tacco alto. Ho pensato fosse superfluo fingere di indossare le mutandine, quindi non le ho messe del tutto.
Entro in bagno con i bicchieri e la sua espressione cambia: le sopracciglia quasi arrivano alla tipica stempiatura nordica e giuro di aver intravisto nella vasca un fenomeno simile a quello tanto acclamato nel famoso lago scozzese di Loch Ness. Ok, direi che l’insieme è di suo gusto e quell’altra entità è d’accordo.
Gli porgo il bicchiere e mi siedo sul muretto che fa da bordo alla vasca, lasciando che mi guardi, che soppesi la mia artiglieria (vedi un po’ che forse stasera giochi ad armi pari), e che pregusti la serata.
Beve mezzo calice tutto d’un fiato, non si aspettava tutta questa arroganza da parte mia ma hey, non si dica che non so accettare una sfida. Per stuzzicarlo ulteriormente fingo di dovermi sporgere oltre la vasca per sistemare una candela troppo vicina alla sua testa, così da potergli dare una visione più ravvicinata delle gemelle. A momenti gli si incrociano gli occhi mentre mi avvicino al suo volto, poi cede e con un guizzo spalanca la bocca e ne acchiappa una. Sento la sua lingua lavorare avidamente il mio capezzolo, mentre gli sfilo il bicchiere dalle mani, lo appoggio alle sue spalle e gli avvolgo tutta la faccia tra i miei seni.
È stata la mossa vincente, è stato come aprire al pubblico un negozio di borsette il giorno del Black Friday, come spalancare i cancelli dell’Olimpico il giorno del derby.
Vedo con la coda dell’occhio la bestia che si dibatte sotto il pelo dell’acqua e decido di aiutare Nerkiamsk ad uscire dalla vasca, doccia al volo, accappatoio e via verso la camera da letto, sperando di riuscire ancora a camminare domani.
Non sono una donnina esile, anzi, la natura mi ha donato fianchi larghi da afferrare e tonde natiche da punire, su quasi un metro e ottanta di statura, ma credetemi che Nerkiamsk se avesse voluto tirarmi a terra l’avrebbe fatto senza problemi dai suoi quasi 2 metri di altezza. Ma ormai è ipnotizzato, devo condurre il gioco e riuscire a gestire questo armadio a due ante con una gamba del tavolo tra le gambe.
Lo faccio sedere sul letto, mettendomi a cavalcioni, lasciando che si diverta ancora a leccare e succhiare i seni, che quasi spariscono tra le sue grandi mani e nella sua affamata bocca.
Mi sento qualcosa in mezzo alle gambe: la nerchia di Nerkiamsk sta telegrafando sulla mia fregna: “toc toc mò so’ cazzi tua toc toc mò te’ sfonno toc toc”.
Il primo round me lo devo assolutamente gestire io, quindi lo faccio sdraiare e parto coi preliminari giusto per capire un attimo dove e come mettere le mani. Nel frattempo che prendo le misure con la lingua mi scappa quasi da ridere… chissà i controlli in aeroporto… stai seria Pé, stai seria!
Temporeggio arrampicandomi con la bocca e le mani, anche se me pare di tenere un pitone, madonna mia mò che faccio… E niente proviamo il classicone, lo smorzacandela, che almeno posso regolarmi nell’affondo… Vado, lo cavalco, lui e pure la bestia, piano eh su e giù, se perdo il ritmo me lo trovo direttamente nell’intestino… però non è mica così male, basta stare attenti, sì… mò provamo un po’ più veloce… Non è così male… oh no… ohcaz… Ops.
E niente, gli sono venuta addosso.
Nerkiamsk ride, pensava che sarei scappata via a metà del lavoro come le altre o che mi sarei messa a piangere dal dolore, invece vedi un po’ sta golosaccia che s’è pure divertita.
La tensione è finalmente spezzata, lui dopo 30 minuti di dentro e fuori finalmente riesce a venire, io nel frattempo ero già a tre volte. Arrivati alla fine avrei quasi dovuto pagarlo io.
Ed è così che sono diventata la preferita di Nerkiamsk, il suo appuntamento fisso mensile, dopo il quale per due giorni non prendo mai appuntamenti per ovvie ragioni.
C’è una morale anche in questa storia? Sì, mio caro Spo’!
La morale è che non solo il “troppo poco” ha vita difficile ma anche il “troppo”, e in entrambi i casi bisogna sempre avere rispetto, pazienza e passione perché uno mica se la sceglie la nerchia!
Appassionatamente vostra,
Perestroja”
Telegrafatece: