“Erano svariati mesi che non ci ricapitavo, molte lunghe settimane erano trascorse dal mio ultimo abbraccio con l’amore mercenario e quella che io chiamo “professionalità al servizio dell’eiaculazione”. C’erano stati tanti impicci di mezzo, iniziando dal fatto che mi stavo quasi per fidanzare con una mezza matta, psicopatica ma adorabile, conscia che mi dividevo tra altre due amiche di letto ma comunque possessiva e tendente all’esclusiva. Non mi sono sentito pronto per un salto così profondo, così capitò che non solo persi le sue grazie, ma anche le altre due saputa la situazione si erano prontamente ritirate a mo’ di vendetta, lasciandomi sostanzialmente a bocca asciutta.
Una tripla scaricata che non ci voleva proprio, le donne quando vogliono sanno coalizzarsi e punirti come si deve.
Tra l’altro al lavoro è un periodo affannoso e impegnativo, soldi ne stanno entrando ma non c’è un attimo libero. Mi firmo come “metallaro” perché lavoro proprio il metallo per conto mio. Per fortuna ho capito subito che mettendomi sempre i guanti e non rovinandomi le mani le donne mi avrebbero guardato con un altro occhio. Da operaio ad artigiano ci passa un mondo in mezzo, e con un po’ di cultura che non ho mai trascurato di coltivare riesco a barcamenarmi bene anche in ambienti altrimenti preclusi a quelli come me.
Fatto sta che la situazione tendeva al tragico. Senza amiche e amichette e con turni in officina lunghissimi l’unica cosa che mi ricordava la fica era il calendario, di quelli che non manca mai in un’officina. Che si fa?
Sabato scorso terminato di saldare la struttura di un letto, dopo aver fatto la doccia e mangiato tristemente dal kebbabbaro, pensavo che alle undici di sera sarebbe stato perfetto chiudere almeno la giornata con una pelle. Mi ero ri-reso presentabile ma per appuntamenti vari con amici ormai era tardi. Non solo, si parlava insistentemente di coprifuoco serale e allora sì che sarebbero stati guai seri. Così, dopo una manciata di chilometri trascorsi distrattamente a sentire per radio due che litigavano sul Covid, arrivo sulla Togliatti lato Casilina. Macchine poche rispetto ad anni fa, forse la paura di un contagio ha fermato i mignottari, a parte ovviamente i fuoriclasse e quelli super arrapati come me che da dieci giorni non alzavano una paglia.
Giro di boa e stavolta punto alla solidità e alla sicurezza, andando da quelle che stazionano prima dell’arco, di solito sono le più bone o perlomeno le più appariscenti. Di guardie manco l’ombra (perché, se siete nuovi del genere, il primo giro serve proprio a quello scopo), neanche contratto e mi scelgo una mega cavalla vestita come in un film porno, con un fisico veramente da zoccola a 30 euro chiavi in mano. Fa fresco, pure troppo per i miei gusti, e mi dice che inspiegabilmente sono il primo della serata.
Con un italiano appena comprensibile conferma che la storia del Covid sta mandando in crisi un intero settore, i clienti sono pochi, le guardie tante ma stranamente stasera non ne girano. Insomma è preoccupata e consapevole che cassa integrazione e contributi per loro non ce ne saranno. Al limite un calcio in culo e via a casa.
Facciamo quello che dobbiamo fare, la stanchezza nel caso mio si fa sentire ma è una bella fica che sa il fatto suo e fa piacere averla tra le mani, poi mentre la riaccompagno con molta discrezione mi fa una proposta. Abita non lontanissimo da casa mia, neanche dieci minuti in macchina, mi lascia il numero di telefono dicendomi che in caso di chiusura posso passare a casa sua, basterà farglielo sapere con un po’ di anticipo. Prezzo? Tutto sommato di favore, e comunque non sono affari vostri…
Come è andata a finire? Una delle due sovversive è tornata a farsi sentire e forse per il weekend si riottiene qualcosa, chiaramente negli orari previsti, l’altra ci sta pensando ma quel numero lo conservo gelosamente. Ho già programmato una visita per la settimana che entrerà, e visto che per motivi di lavoro posso anche andare oltre l’orario consentito basterà dimostrare che andavo o tornavo da lì. Pertanto esco con la tuta, le scarpe antinfortunistica e non mi metterò i guanti durante il giorno, a casa sua gli imbocco direttamente così. Una cosa tipo il fumetto “Il Montatore”, quelli che zio teneva nascosti dietro l’enciclopedia a casa di nonna. Perché pure all’epoca s’ammazzavano de pippe. Anzi, mi sa proprio che era pure peggio.”
Antinfortunisticatece: