“Ciao so er Furgonaro.
Ultimamente da più parti gente mi ha chiesto di scrivere una nuova storia, di far sapere al mondo quante e quali prostitute, di rendere conto alla società civile delle storie di degrado e vita vissuta nelle quali mi imbatto quotidianamente sulle strade di questa nostra maledetta e amata Roma.
La gente ride, la gente rimane stupita, la gente giudica.
Sapete qual è la verità?
Che non sto scrivendo molto perchè ho una crisi di identità, o forse sarebbe più corretto dire di credenze.
Perchè io lo so chi sono, lo so bene.
“Purtroppo” lo so bene, aggiungerebbe Oscar Wilde.
Quello che non sono più sicuro di voler fare è indossare questa maschera.
Anzi, facciamo che non la indosso più, la tiro giu, qui davanti a voi!
Parlo di questa comoda maschera a forma di muso del furgone che indosso dal 2015, quando per la prima volta ho scritto firmandomi come “Furgonaro”
Il Furgonaro si, un ragazzo tutto d’un pezzo che ha trovato la chiave di volta dei problemi relazionali, che bada al sodo e lascia il resto agli altri poveri scemi, il Furgonaro arriva, paga, si cala le braghe eiacula copiosamente e con decisione, e se ne va.
Non ha voglia ne tempo per i corteggiamenti, per le domeniche alla sagra della qualunque, per le gite fuori porta e il natale a casa dei tuoi.
A Natale va a cinesi, a ferragosto scrive la furgoneide, a santo stefano va a santa palomba.
Tutto bello.
Forse.
Dove vuoi arrivare Furgonaro?
Stanotte voglio semplicemente dire che tutto questo non me lo rivendico con fierezza, o più semplicemente voglio riconoscermi che tutto questo io non me lo sono scelto piuttosto che altro, ma è la condizione che mi trovo a vivere per come si evoluta la mia vita finora, per quanta fatica io faccia nelle relazioni.
L’incontro con Carlotta Piraino culminato con la creazione dello spettacolo “Togliatti mon amour” mi ha fatto compiere un profondo e coraggioso inventario morale di me stesso, e mi ha portato a non potermi più nascondere dietro alla maschera che ho portato per tanto tempo.
Io sono un grande disagiato relazionale, se una mi piace nemmeno riesco a chiederle come si chiama, la guardo solo da lontano e di nascosto, nello stesso momento in cui penso che mi piace penso anche a quanto sia remota la possibilità che possa succedere qualcosa, fosse anche soltanto una simpatia.
Io non mi sento mai a posto con me stesso, e a dirla tutta nemmeno con voi, penso sempre che siete delle teste di cazzo, oppure che siete troppo per me.
Non penso mai che siamo pari, che quindi possiamo collaborare, interagire.
Io non sorrido quasi mai alla gente che non conosco più che bene, che cazzo avete da sorridere voi io non lo so.
Io non mi sento abbastanza per fare quello che vorrei, quello che dovrei, quello che probabilmente potrei, oppure mi sento cosi capace che penso “posso farlo quando voglio, adesso continuo cosi”.
Io sono un grande procrastinatore, sono quello che lo fa domani, sono quello che ha provato ma non è andata, quello che tanto che ce provi a fa, quello che si convince che tanto va bene cosi.
Due menù da McDonald’s, una rumena scopata in macchina con il cronometro in mano, un’altra partita a qualche insulso videogioco.
Per non pensarci su.
Per non sentire quel tic tac del tempo che avanza e avere paura, per non guardami avanti e farmi prendere l’ansia, per non guardarmi indietro e farmi un po’ schifo.
Cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: io sono fermo!
Il tempo passa, e questa vita finirà.
A volte mi spaventa altre mi solleva.
Oscillo come un pendolo tra meditazione e il volontariato, e le negre scopate in piedi a rocca Cencia dietro un cumulo di ghiaia, lo shopping compulsivo online.
Sono come il fiume: esso è qui e li nello stesso momento, scorre, ma sta sempre nel suo letto.
Io vado a mignotte perché per me è necessario per avere una vita sessuale.
Vado a mignotte perché non corro il rischio del rifiuto, non mi metto in gioco
Io vado a scopare a pagamento perché sono intimamente persuaso che non piaccio alla gente, figuriamoci alle ragazze.
A quelle che dico io poi… ma ti pare.
Voglio dirvi solo che arrivato ai 33 anni come Gesù Cristo questa è una strada, ma non è il migliore dei mondi possibili.
Magari uno vuole sempre ciò che non ha e non è mai contento, io lo so che questa è la mia indole.
Ma mi piacerebbe sentire cosa si prova a scopare senza dovermi sbrigare ad andare via, senza dover pagare un sovrapprezzo se quel giorno ho voglia di vedere una donna tutta nuda, senza quella sensazione di essere sempre di troppo e mai desiderato, senza essere solo uno dei tanti di un giorno di lavoro come tanti.
Io vado ma mignotte perché penso che per quanto uscito male io abbia diritto a una vita sessuale.
Non me ne frega niente se già è tanto che mi sia stato dato il dono della vita e tutte ste altre menate.
Sono un conflitto sono in contraddizione sono un uomo solo sul furgone.
Qualcosa non va nella mia testa, e sto cercando di fare ordine in vari modi, ma intanto finchè mi tira il cazzo ogni tanto noleggio un corpo e mi ci infilo.
Forse sono il mignottaro pentito, o forse sono il più genuino puttaniere.
Di certo non non sono più il re del sottocosto.
L’ultima volta che so andato a nigeriane ho dato 5 euro de mancia extra.
E ho scritto poesie per le mignotte.
Le ringrazio e le maledico.
Ho cambiato olio al ducato.
Ci salgo e mi si rizza il pipo.
Se volete, ho creato la pagina instagram @ilfurgonaro
Buone schizzate compari.
Furgonaro”
Metamorfosizzatece: