“Bella spo!
Dall’altro estremo der mezzo telematico un rimuginante K.D.S.
Te vojo racconta de na cosa successa un po’de tempo addietro.
Era na sera più storta de na sigaretta de Gighen, me ritrovai cor cervello che galleggiava nell’alcool e cor portafoglio stranamente carico sui marciapiedi della perdizione.
Quei soldi, che riempivano il portafoglio erano stati trovati giá la dentro, dopo il risveglio da una serata devastante, non me ricordo manco come cazzo c’erano finiti, visto che io, la sera prima de sicuro non ce l’avevo.
A un certo punto me chiama una, me s’avvicina, solite mani sur cazzo, solite chiacchiere, brasiliana.
Dietro de lei stava n’altra, lineamenti non consoni al marciapiede, un po’spaesata, se capiva che era alle prime armi, je chiesi da dove venisse, me rispose Turchia… Ora, io co tutte le mignotte con le quali me so accompagnato, diciamo che le nazionalità più blasonate me le so fatte tutte, qualche perla de qualche paese che secondo me manco esiste m’è capitata, ma na mignotta turca… non l’avevo manco mai sentita.
La brasiliana propose na cosa a tre pe na quarantina de euro se non me ricordo male. Capirai…avevo fatto cinquina sulla rota der mignottaro!
Accetto.
Nella strada verso lo squat/lupanara me accorsi che la brasiliana provava a metteme le mani in tasca, qualcosa però oltre a questo non me quadrava, non lo so spiega de preciso, ma me sembrava tutto un po’strano, non diedi peso all’istinto e a sta senzazione.
Male.
Sotto casa un manipolo de tossici facevano da sentinelle.
Entrammo dentro, me sdraiai sur letto, cominciammo co na pompa targata samba de Janeiro, la turca in disparte guardava, se diedero er cambio e la turca me se mise proprio in mezzo alle gambe, come a volemme coprì a visuale, dopo qualche secondo, vedendo che la brasiliana stava a traccheggia su un mobiletto do stavano i pantaloni miei e la borsa sua, capì che ar culo quella sera l’avrei preso io.
Me scostai la turca dar cazzo facendola vola addosso ar muro, me alzai de botto e andai diretto al portafoglio, ovviamente vuoto, me pare che se rubò pure i spicci e i biglietti da visita, fatto sta che la presi per un polso e cominciai a grida, lei gridò più forte de me, ma co na tonalità talmente bassa che sembrava tipo na scimmia urlatrice del Borneo, me girai a guarda la turca ed era terrorizzata, tempo cinque secondi entrarono due tizi, uno me punto na lama in gola, io con massimo sprezzo del pericolo e incurante del buonsenso contrastai questa minaccia con un virile ed eroico sguardo basso, me rimisi i pantaloni senza manco fiatà.
Sulla strada del ritorno pensai a tutte le probabili vendette:
tiraje un mattone, gambizzalle, faje n’gavettone co l’acido, rapirle, scoparle e poi lasciarle nude in qualche posto dimenticato da Dio etc.etc.
Tuttavia alla fine so stato cojone io e assimilai tutto nella sfera de “sticazzi”, che me serva da lezione, d’altronde pure io lo dico sempre, se riesco a inculatte qualcosa co sta facilità vordí che non te la meriti.
Pure dopo più de cinquecento mignotte all’attivo, la stronzata, se abbassi la guardia la fai sempre.
Funari diceva: “l’esperienza è la somma delle volte che lo prendi in culo” er problema, è che ormai a forza de fa esperienza me perdo i stronzi mentre cammino.
Un rodado saluto da er K.D.S.”
Seguitece: