L’immenso tour notturno der Vistoso

“Bella Spo’, non t’ho mai scritto prima ma te seguo da mpo’ de tempo, me so’ letto mpo’ de recensioni e me so’ tajato, me so’ perciò deciso a condivide un po’ de esperienze.
Come nome me autoassegno (spero non ce ne siano stati altri prima di me ma non le ho lette tutte sorry) “Er Vistoso” perché da quando ho cominciato ‘sto business de la fregna stradale tutti l’altri habituè dei vialoni der piacere non ponno avè fatto a meno de notamme, so’ un tizio apparentemente normale che però gira su un’auto abbastanza grossa e vistosa, non dico er marchio perché è come mette nome e cognome. Ce l’ho solo io, fidete.
Fatto ‘sta che una de ‘ste sere, come ar solito mollo amici e amiche sul tardino e sull’ancora più tardino (roba delle due di notte) inizio a fare il mio puttan-tour capitale. Sono cosciente del fatto
che il grosso dello scopabile appare alle ventidue e sparisce alla mezzanotte, ma non mi abbatto d’animo e mi fiondo sulla Tojatti. Sarà l’orario tardo (saranno state ormai le due e mezza), sarà il giorno infrasettimanale, fatto sta che in tutto er vialone ne conto cinque (CINQUE) inclusi i gibboni (non è er genere mio) ed inclusa Antonia, ‘na bella sorchetta simpatica alta romena un po’ larga che però avevo già marchiato, e questo non è un dettaglio visto che fin’ora non so’ mai stato due volte dalla stessa. Che volete oh, devo arrivà a cento. Sto ancora a 26, fateve du’ conti su quanto me viene a costà. Niente oh, niente de niente… guardo e riguardo, giro e rigiro, all’ultimo giro benché ormai sicuro che lì non avrei chiavato me rifaccio er vialone in direzione sud ma sempre sulla corsia di destra e andando piano, voi l’abitudine, voi le buche (naggia virginia mannaggia). Niente a na certa ero poco prima der semaforo de orfeo slot quando me vedo i puffi che me tampinano e decido bellamente di battermene il cazzo, visto che non stavo facendo niente di male. I due simpaticoni cercano di farmi cagare accendendo la sirena, attaccandomese ar culo, facendo una manovra alla dominic toretto credo a meno di un metro dal mio paraurti, per poi sorpassare e passare col rosso, che per inciso sì me pijavano non je bastavano sei mesi de stipendio pe ripagamme un paraurti ma vabbè, cazzi loro oh.
Un po’ scazzato decido perciò di dirigermi a Saint Palomba. C’è da dì che lì non ho mai chiavato. Sarà che ce vado solo a orari improponibili, sarà che so’ sfigato, ma pure lì ne conto 3, di cui una illuminata solo da un falò, ed alla prima passata sembrava pure chiavabile ma alla seconda… se l’erano caricata. E nsomma me rifaccio sta ardeatina indietro sempre a rallentatore in mezzo a crateri assortiti (ne pijo uno che credevo de dovè lancià er mayday ar carro attrezzi) e arrivo che ormai se saranno fatte pure le quattro in zona marcons/colombs. Giro e rigiro, rigiro e giro, vedo le solite tre baldracche col 406 grigio ar parchetto daa colombo, me fanno rate, ne vedo una new entry ad una piazzola, ma ovviamente al secondo giro s’è già data (braciere spento, ahi ahi ahi) finché non me se posano l’occhi su due donzelle accovacciate proprio d’innanzi all’agenzia delle entrate. Rifaccio l’ennesimo giro a mach due, je sfilo vicino, faccio segno alla bionda di avvicinarsi, lei intelligentemente evita di ricordarmi che sono trenta (che me lo dite a fa? Secondo voi ‘co sto calesse non posso pagà?) ma invero si muove e sale direttamente. Io leggo che voi ve fate cavalcate storiche con extra assortiti a 20 sacchi, io purtroppo o per fortuna per loro co’ sti quasi cinque metri de macchina non sto in posizione de contrattà, ci facciamo ‘sti due trecento metri con lei che stranamente tenta di inanellare una discussione, per dire mi chiedere “come stai?” che MAI, MAI, MAI una romena mi aveva fatto una domanda del genere. Diana il nome d’arte, bionda, bella, bella che in un locale non ce proverei perché pijerei il palo. Apro il cassetto coi trenta denari “Lì nascondi li?” “Eh già, so’ contati! Sempre pronti per le emergenze!” e scoppia a ridere. Parte il bongio, coperto e fatto bene, nota di classe l’inserimento del dispositivo di protezione individuale senza mani, Noto con piacere che nonostante le temperature sottozero lei addirittura tira fuori un po’ di tette (no come certe cialtrone di viale marconi che ti scopano col giubbino di pelle da disordini urbani aggravati). Mi decido ad appecorarla. Da buon cojone quale sono. La lezione avrei dovuto apprenderla già da Bianca (quella biondona davanti metro marconi per intenderci) che sta macchina “si bella ma per scopa davanti no va bene” niente faccio evoluzioni che manco ar circo orfei, riesco a pompammela, vengo a tempo record, non appena j’avevo riempito er sacchetto puff, me passa davanrti na mini a velocità stratosferica, mini de ncojone che dentro teneva le lucine blu quindi potete ben immaginare la reazione istintiva qual’è stata. Menomale che n’era religiosa. Comunque, da vera signora, sentendo che avevo già dato da un paio di mosse con le chiappe per prolungare il piacere, e lì parte la comica. Perché se all’andata potevo sembrà n’orango o n’elefante ar ritorno pe rimetteme a posto cor tunnel daa trasmissione in mezzo, i pantaloni calati e sto scudo rosso pieno de crema pasticcera eccaallà che sembravo moira orfei nelle sue condizioni attuali, ovviamente j’ho dato un calcio al touch screen, ho attivato i tergicristacci, ho ripassato er calendario e Diana giù che rideva. Rivestimenti, riportata al luogo di lavoro, me saluta coi bacetti. Ahhhh diana diana fossero tutte come te.
Doppio panino ar Mc de rito, casa pippa e nanna. eh sì lo so che er vero tojattese va a sfonnasse da orfeo, ma io vengo da n’altra generazione, non guido ubriaco, non me so mai drogato… tiro dritto, considerando i sordi che c’ho potrei benissimo andà a escort in appartamento ma che cojoni je devi telefonà, non te rispondono, non te rispondono su whatsapp, je devi da l’appuntamento in culonia e chissà do cazzo parcheggi, poi magari sali ed è un gibbone, insomma troppi cazzi, preferisco il veni vidi sborri.
Detto questo spero de nun esse stato troppo prolisso, Bellaaaaa!!!”

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