Quest’oggi grande ospite su Radio Togliatti, una istituzione: il Furgonaro! A che età sei andato per la prima volta a mignotte, come sei diventato mignottaro?
La prima volta a putrote? Avevo 16 anni, non appena mio padre mi diede in mano le chiavi di uno scooter mi ritrovai a farmi succhiare il pipo da una nigeriana sulla prenestina. Sono diventato un mignottaro a mano a mano che sviluppavo la mia natura antisociale e le mie difficoltà di relazione, nel mentre mi assuefacevo alle scorciatoie e alla gratificazione immediata in tutti i campi della mia vita.
Dopo la tua prima volta hai capito subito che saresti diventato un mignottaro? Ci tornasti subito o dopo un po’ di tempo?
Mah, ne rimasi folgorato subito direi. La consapevolezza di potere arrivare ad avere con una banconota rossa quello che non riuscivo ad avere con tanti sforzi di vario genere mi elettrizzava tantissimo, e per un paio di mesi, durante ogni pausa pranzo feriale, mettevo l’uccello nella gola di qualche africana.
Il tuo pseudonimo è Furgonaro. Da dove deriva?
Molto semplicemente sono un utente della strada munito di furgone, compio le mie scorribande a bordo di un Fiat BLANCO der 92, e fino a qualche mese fa era er mio unico mezzo de locomozione. Ce so andato pure a n paio de matrimoni, smoking nero e cassonato blanco. Lo stile e il glamour inconfondibile.
E questo è un tuo tratto distintivo tra tutti i mignottari intervistati finora, un marchio che hai tu e solamente tu. Ti contraddistingue. Ricordi qualcosa che le mestieranti ti hanno detto vedendoti arrivare col ducato? O non è poi così raro andare a mignotte col furgone?
Non è stato facile all’inizio. Molte rumene per qualche loro strano film mentale sono convinte che noi italiani lavoriamo tutti nel terziario o nel commercio, e come vedono un furgone se persuadono subito che sei un rumeno, e come molti sapranno le rumene non vogliono andare con i rumeni per motivi molteplici e poco chiari. Conquistare la loro fiducia non è stato immediato, a qualcuna ho voluto mostrare i documenti perché ardevo dalla voglia di scoparla, ma poi col tempo se so affezionate, me riconoscono da lontano, e ultimamente Cristina, la mia rumena diurna de fiducia, dopo che sono andato a trovarla con la macchina mi ha intimato di andare sempre cor cassonato perché “è comodo e arioso”; ne vedo anche altri che vanno col furgone, specie di giorno, ma de notte col camioncino scoperto da cantiere sinceramente non ne ho mai visti.
A proposito di Cristina, in un tuo breve racconto hai parlato di una mancanza di rispetto nei tuoi confronti. Dopo quanto tempo c’è stato un chiarimento, se così possiamo definirlo? Hai saputo poi con chi era impegnata al telefono in quell’occasione?
Ce so tornato circa tre settimane dopo, passo dove lavora ogni giorno, e quando l’ho vista col tailleurino giallo canarino m’è entrato er pilota automatico ar mezzo meccanico: al cazzo non si comanda come ben sapete. Ovviamente c’è stato un chiarimento, m’ha chiesto SCUSA lei pe prima.. questo dovrebbe fa riflette sulla statura morale e l’onestà intellettuale sicuramente maggiore nelle lavoratrici del sesso rispetto alla donna comune. Ad ogni modo dice che stava ar telefono cor padrone de casa sua perché era rimasta chiusa fori co le chiavi dentro quella mattina, quindi lo doveva incontrà pe prende er doppione.
Strada, indoor o entrambe? E perché?
Da uno che se chiama furgonaro che t’aspetti? Io sempre e solo strada. Ho provato du volte sole a casa, ho speso de più pe avè comunque un servizio meccanico, sbrigativo e molto freddo. La strada te dà possibilità de sceje, come un supermercato della sorca a cielo aperto dove m’aggiro co 20 euro in mano e so che potrei scoparne una a caso nel giro de un minuto, sta cosa me da deliri de onnipotenza e na cappella d’acciaio temperato. Te vai a infilà dentro a quei vicoletti sterrati pieni de monnezza dove io grufolo come un maiale, cor rischio de esse beccati dalle guardie, er rischio de esse visti da qualcuno… tutta roba che me fa salì er mostro de Firenze. Che poi a dilla tutta, quando c’hai na cabina a 7 posti e sbraghi i sedili stai comodo quasi come dentro a n letto.
Puoi dirci la cifra più bassa e la cifra più alta in assoluto che hai pagato per scopare?
La cifra più alta so state le due volte in cui ho deciso di andare a trovare una signorina indoor a ponte di nona e j’ho lasciato ben 50 euro (cinquanta). La volta in cui ho speso de meno è difficile esserne sicuro perchè nella mia carriera non so sempre stato lucido, ma direi comunque una nigeriana sulla via tivolese che pe 6 euro spicci s’è beccata de prima mattina pe na mezz’oretta er cazzo de gomma che te viene dopo l’mdma calata ar forte prenestino.
Ti è mai capitato di andarci più di una volta al giorno?
E come no! Nigeriana de prima mattina a 10 euro e zingarella ar tendastrisce sulla togliatti a 20 ner dopo pranzo, sono un accoppiata vincente contro il logorio della vita moderna. Un must all’insegna der sottocosto. Ma potrei pure raccontà de quando stavo nelle stesse condizioni de Adriano nelle favelas e me so fatto fa 9 pompini rumeni da 20 euro nell’arco de na notte… riuscendo a sborà na vorta sola.
Se non detieni il record del pagamento minore, mi sa che però co sta storia dei 9 pompini hai un record duro da battere… duro in tutti i sensi… se ti va di aggiungere qualche particolare…
La droga è una brutta bestia, porta alla follia. Follia è ripetere le stesse azioni aspettandosi risultati diversi. Quella notte ero in loop, avevo un bigattino nelle mutande ma ero convinto che se avessi dato un altra botta questo fantomatico effetto virilizzante della cocaina si sarebbe materializzato. Tutte cazzate, la cappella de acciaio armonico ce la posso avè solo se sto pulito.
Hai un rimpianto? Come una mignotta che non hai più trovato. Se ce l’avessi qui davanti a te o se ti stesse ascoltando ora, cosa le diresti?
A essere sincero ogni mignotta che m’attirava l’ho trapanata quindi rimpianti non ne ho, poi oggi sono una persona ottimista, penso che la mignotta migliore sia la prossima a salire sul ducato. Vorei solo dì a quella zingaraccia che m’ha scroccato n’passaggio sulla collatina con la disattesa promessa di un pompino, che se torna a batte a Rocca Cencia je tiro na busta de olio motore esausto.
Ah quindi all’arrivo scese dal Ducato e scappò?
Quando siamo arrivati mi ha detto “ti facio prosima volta” che equivale a “te la sei presa nder culo” visto che le volte dopo quando passavo faceva finta de nun ricordà niente… ma tempo ar tempo, la vendetta è un piatto che va servito freddo.
Se un giorno in Italia venisse approvata una legge che legalizzasse la prostituzione, cosa cambierebbe per te?
Beh sarebbe una bella cosa da na parte perchè potrei denuncià sul 730 i soldi che spendo per il mio equilibrio psicofisico, anche se dall’altra parte ho un po’ paura di non trovare più le nigeriane a 10 euro come adesso; in Spagna ad esempio sono sparite con la legalizzazione. Ma tanto qui c’è er Vaticano, secondo me sta cosa nun succede.
Ti capita mai di pensare al tuo mondo immaginario ideale? Come e dove vorresti le prostitute? Io per esempio me le immagino nelle sale d’ attesa dei dentisti o in fila alla posta per rendere più piacevole l’attesa…
Nel mio ultimo racconto parlo proprio di questo, una città ideale a misura di mignottaro: preferenziali con le mignotte, strade riservate al meretricio, aree per scopare all’aperto, fontanelle e distributori di salviette e guanti da pisello messi nelle zone strategiche. In aggiunta a tutto questo direi che mi piacerebbe trovare le nostre eroine nelle lunghe code che me sorbisco su tutta roma da Primavalle ar Torrino e da Tivoli a Maccarese, in quelle zone dove sai che ce passerai un ora a fa freno prima e frizione, li me piacerebbe trovà un servizio sessuale veloce e per tutte le tasche, soprattutto de prima mattina.
Rumene, nigeriane… ricordi altre nazionalità delle mestieranti da cui sei stato?
Italiane! Poi albanesi, greche, polacche, senegalesi e camerunensi, trans brasiliani, ecuadoregni ecolombiani.
Baudelaire diceva: “L’amore è il gusto della prostituzione. Non v’è piacere nobile che non possa ricondursi alla prostituzione.” C’è qualcosa migliore dell’andare a mignotte secondo te?
Credo che Baudelaire da grande decadentista parli cosi perché condanna l’amore ad essere un mero rapporto di utilizzo bilaterale. Diciamo che è cosi quasi sempre, ma ciò non significa che il sincero interesse reciproco per il benessere di qualcun altro non possa esistere, perciò per rispondere alla tua domanda dico che sì, c’è qualcosa de mejo de anna a mignotte, ma nun so né se lo trovo né se me lo merito, né tantomeno se saprei apprezzarlo.
C’è mai stato un periodo particolarmente buio della tua vita in cui andare a mignotte ti ha aiutato a superarlo?
Bè ovviamente mi ha aiutato a superare il trauma della fine di una relazione nella quale credevo, ma sono persuaso del fatto che er beneficio maggiore prodotto dar lavoro sessuale delle ragazze vada a tutti quei bambini la cui famiglia rimane unita solo perché er padre va a zoccole invece de combatte co na cicciona coi bigodini in testa che nun vole manco fa i pompini.
Cassonatece: