“Bella Spo’, un paio di settimane fa ero misteriosamente in grana, più che altro poche spese affrontate e dunque portafoglio gonfio come tutto er resto, del resto…
Così decido di imboccare verso la Strada Maestra dopo il compleanno di un amico trascorso ad un apericena. Una di quelle cazzate dove bevi merda, magni merda, esci da lì sbronzo e cor cazzo dritto. Per via di un sacco de fregne tutte in tiro, ma nessuna che le l’ammolla lì per lì. Vonno tutte l’invito, gli devi offrire la cena, la rosa, e tutti i cazzi che se le fregano.
Così opto per la soluzione a tutti i mali. Una bella smignottata sulla Togliatti, meno soldi e più professionalità, e nessuna che te caca er cazzo coi messaggini del giorno dopo.
Imbocco dunque la Strada Maestra, e dopo un rapido giro di ricognizione, con un silenzioso agguato faccio salire a bordo una bella morona tutta piena, che stava quasi al buio sotto l’alberi. Zinne grosse, calze a rete, tacchi alti, faccia da zoccolona, pippa der vantaggio tirata in precedenza per dare calore ai miei soldi (il solito ventino). La tipa senza troppi convenevoli, a parte la mano del buonasera, se mette a pecora e via andare. Terminata l’operazione, mi accorgo che ho una fame bestia. E’ mezzanotte passata e a parte due tramezzini e due pizzette stantie non ho magnato un cazzo, me viene l’idea di chiedere alla mia ospite se gradirebbe uno spuntino insieme. Già che ci siamo, anche se è na mignotta la cavalleria va sempre rispettata.
Pure lei c’ha fame. E senza troppe remore mi indica dove andare. Visto che abbiamo tempo ci dirigiamo ad un kebabbaro sulla Casilina, diciamo che lei è abbastanza appariscente, se vede che è ‘na mignotta, ma entriamo dentro questo posto e il padrone non dice un cazzo. Non gliene frega proprio un cazzo. E’ questo il bello di certi posti, non ti fanno domande.
Lascio scegliere la signora, quattro supplì, due crocchette, una birretta da 66 che smezziamo in due, giusto per mettere a posto lo stomaco. Se fumamo na sigaretta e parliamo del più e del meno e mi dice che stava affamatissima perché aveva fatto tardi e aveva saltato direttamente la cena.
La riaccompagno alla postazione. Al momento della scesa mi fa: grazie dello spuntino, se ripassi quando finisco fatti vedere. Mi dice grossomodo gli orari. E così attendo impaziente il prossimo attacco di fame notturno. Brutta bestia la fame…”
La fame è ‘na brutta bestia (Il Metallaro)
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